Storie della luna e del dito
"Storie della luna e del dito" è una raccolta di cento storielle zen del maestro Pazzotti,
utili a contrastare la seriosità di certe storie zen del "dito e della luna" di Alejandro Jodorowsky
Quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda la luna”. Per tanti anni si è pensato che, quando il dito indica la luna, l’imbecille sia colui che guarda il dito. Un giorno un allievo dubbioso si presentò al Maestro Pazzotti e gli pose la questione: “Maestro, cosa devo guardare quando il tuo dito indica la luna?” Il Maestro gli indicò la luna, e mentre l’allievo alzava lo sguardo verso l’astro il Maestro lo colpì con un forte scappellotto sulla nuca. “So adesso da cosa guardarmi e cosa guardare” disse l’allievo, tenendosi la capa dolorante mentre scappava via. In questa storiella zen è racchiusa l’essenza del pensiero Pazzottesco: guardare verso l’origine, cercare il centro.
“Quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda il dito”. Per successivi altrettanti anni si è pensato che, quando il dito indica la Luna, l’imbecille sia colui che guarda la luna. Un giorno un allievo dubbioso si presentò al Maestro Pazzotti e gli pose la questione: “Maestro, cosa devo guardare quando il tuo dito indica la luna?” Il Maestro gli indicò se stesso, e mentre l’allievo posava lo sguardo sul Maestro, la Luna gli diede un forte scappellotto sulla nuca. “So adesso da cosa guardarmi e cosa guardare” disse l’allievo, tenendosi la capa dolorante mentre scappava via. Anche in questa storiella zen è racchiusa l’essenza del pensiero Pazzottesco: vedere l’invisibile, cercare ciò che è nascosto, aspettarsi l’incredibile.
“Quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda sia la luna che il dito”. Un giorno si presentarono al Maestro due allievi: il primo aveva imparato a guardare verso l’origine ed a cercare il centro, il secondo a guardarsi le spalle e a cercare ciò che è nascosto. Gli posero insieme la questione: “Maestro, abbiamo imparato? Quando il dito indica la luna noi guardiamo sia la luna che il dito”. Il Maestro indicò la luna e mentre gli allievi spostavano svelti lo sguardo dalla luna al dito e dal dito alla luna, il Maestro gli mollò un calcio nei coglioni. “Sappiamo adesso da cosa guardarci e cosa guardare” dissero gli allievi con voce da eunuchi, tenendosi le palle mentre scappavano via. Anche in questa storiella zen è racchiusa l’essenza del pensiero Pazzottesco: c’è sempre una terza via.
“Quando il dito indica la luna, la luna guarda il dito”. Un giorno i due allievi ritornarono dal Maestro e, senza avvicinarsi troppo, gli dissero: “ Maestro, abbiamo imparato. Quando il dito indica la luna noi ci teniamo a debita distanza”. Il Maestro alzò in volo un aquilone, mise il filo in mano agli allievi e disse: “Gli aquiloni pensano che la terra sia appesa a un filo” . Anche in questa storiella zen è racchiusa l’essenza del pensiero Pazzottesco: cercate, se vi riesce, il punto di vista dell’altro. continua... |
Questo testo non è pubblicato. Copyright 2012 Guido Accascina